Nove, missione compiuta!
di Fabio de Lorenzo
Flashback: A.D.1988, rendez vous fissato al motoclub! Ore 21, tutti pronti con la penna in mano per fare l’iscrizione al primo appuntamento del campionato toscano fino a quando non iniziò a girare la notizia che forse, in occasione della sagra paesana della porchetta, qualcuno avrebbe organizzato una garetta concomitante… In quell’istante esatto balenò in testa agli astanti il dilemma atavico. Debutto ufficiale nel massimo campionato da comprimario o coppa e forse podio assicurato nella gimcana organizzata dal parroco? Sfidare centoventi cadetti avvelenati come vipere o primeggiare su otto forse NOVE disperati?
Al numero NOVE mi fermo con un ricordo che mi ha fatto sorridere mentre osservavo con apatia la prova del campionato del mondo MX2 che lo scorso week end, si è svolta in Indonesia. Citando Antonio Albanese ormai la realtà ha superato la finzione e purtroppo anche l’ironia. Ci resta solo la noia e questo è il dato più preoccupante. Per quanto cerco di immaginare una soluzione ai problemi del mondialcross, non riesco mai a trovare la quadra. Credo sia innegabile che da tempo denunciamo ciò che è diventato eclatante negli ultimi mesi. E’ altrettanto corretto ricordare che, senza l’attuale promoter, nessuno si farebbe carico del carrozzone. Solo pensare che la Federazione Internazionale possa intervenire è sinonimo di distacco dalla realtà. Allora cosa fare?
Forse un passo indietro. Intanto comprendere per quale motivo le prove del campionato del mondo devono essere così numerose. Molti appuntamenti significa necessariamente andare a collocare qualche gara in nazioni disposte a spendere centinaia di migliaia di euro. Denaro necessario per “coprire” le spese quando, per i motivi a noi oscuri, il promoter deve portare a termine un numero minino di gare e si vede costretto ad organizzare in proprio appuntamenti finanziariamente devastanti. Si perché se è vero che una Indonesia qualsiasi porta in dote incassi stratosferici e altrettanto vero che una gara di campionato del mondo organizzata dal promoter per far numero, è un bagno di sangue!
Probabilmente è necessario una nuova visione dettata dal metaverso nel quale gli ultimi tre anni ci hanno catapultato. Soprattutto perché ormai abbiamo toccato il fondo e l’auspicio è quello di tentare un rimbalzo. NOVE piloti in griglia non rappresentano una competizione iridata; la conquista di posto nella top ten non è una prestazione che ti impone il sigillo reale. Non molto tempo fa se durante le qualifiche per accedere alle manches finali di un Gippi, segnavi un ritardo di tre secondi al giro sul migliore, facevi il tuo valigino e tornavi a casa. Percorrere due giri ed arrivare comunque quattordicesimo non è una opzione credibile. Eccoci allora all’inevitabile abluzione di umiltà alla quale tutti dobbiamo sottostare. Azione però che deve partire dall’alto cercando di dare una nuova veste alla massima espressione del nostro sport. Meno gare, nuovo format che dia un senso alle qualifiche al sabato, redistribuzione di quota parte degli incassi e finalmente una meritocrazia per accedere al cancello.
Quanto scaturito dall’incontro avvenuto in Germania tra piloti, Team, promoter e Federazione credo che sia totalmente insufficiente. L’allarme sta suonando fortissimo ed ascoltare le recenti dichiarazioni di vere icone, che asseriscono: “i piloti hanno paura di parlare dei problemi che affliggono l’ambiente” sta minando la credibilità del nostro sport.
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate 😉 Alla prossima settimana.
(Image R,Archer; GasGas; KTM)