Scusa Tomac, scusa Anderson…e due
di Zep Gori
La carambola di avvenimenti nell’ultima tappa texana è quasi incredibile. In pochissimi giri sembra si sia deciso l’intero campionato. Webb, Sexton e Anderson si sono eliminati dalla gara e fors’anche dal campionato. Roczen ha rinunciato completamente qualche giorno prima, quindi la strada verso il titolo di Yamaha e Tomac ora sembra una discesa. Alla KTM si son fatti male da soli. La moto nuova è stata portata in gara ancora acerba. Musquin, Plessinger e soprattutto Webb (ed Herlings in Europa) hanno pagato uno sviluppo ancora da ultimare. Un prezzo forse inevitabile in campionati così livellati e combattuti, dove le differenze si misurano in pochi decimi al giro. Forse non c’è una soluzione, un collaudatore per poter consegnare al campione della squadra una moto pronta. Le squadre ufficiali hanno lavorato tutto l’inverno, ma il ritmo di gara, lo stress di gara, il poco tempo nelle prove di gara, la ricerca del vero limite in gara probabilmente non è possibile a nessuna squadra, nessuna casa riuscire a replicarle nei test privati.
Dopo vari aggiustamenti ora sembra che la KTM funzioni meglio, forse Webb e Musquin possono fare a meno degli allenamenti da Baker, ma altri piloti vanno più forte o sono riusciti a esser più costanti. Mi riferisco anche a Barcia, che con molta aggressività è sempre lì, a ridosso dei primissimi. Non è veloce per vincere, ma la sua regolarità sta pagando e sta facendo meglio di tutti i rookie. Anche di Sexton che dopo qualche buona serata sta allungando anche la lista degli incidenti. L’ultimo di Detroit certamente involontario, ma i lividi aumentano e non fanno bene a trasformare la sua velocità in punti classifica. Che alla HRC devono farsi bastare, perché difficilmente avranno soddisfazioni da Roczen. Il pilota tedesco è arrivato a dire basta a tempo indeterminato. Si ferma non per un infortunio, per un incidente, ma per risultati scadenti dovuti alle conseguenze dei virus. Dice di aver avuto il Covid (è riuscito a guarire fra un sabato e l’altro?!), di aver altri problemi e la Honda – come sempre – protegge e paga i suoi piloti.
Ma il conto non torna. Le condizioni di salute poco chiare in un pilota già molto colpito dai precedenti infortuni sollevano un solo dubbio: forse siamo alla fine della sua carriera. Ormai è una questione rilevante solo per il suo contratto in scadenza. Qualsiasi offerta a Roczen ora è una scommessa (enorme) sulla sua salute. A prescindere da tutto, chiunque vorrà offrirgli un manubrio potrà esser quello di una terza moto. Perché tutti i team di primo livello – come la Honda HRC – hanno bisogno di due piloti vincenti. Roczen adesso non lo è più e si è fermato. Scopriremo presto se è per sempre.
(Image Supercrosslive)
