Scusa Tomac, scusa Anderson
di Zep Gori
In certe situazioni c’è poco da dire. Bisogna solo ripetere scusa. Mi rileggo a inizio campionato, praticamente le ho sbagliate tutte. Tutte! Anzi no, solo Malcolm Stewart ha tenuto fede a quanto si poteva immaginare (potevo immaginare) a inizio gennaio. Sta disputando la miglior stagione di sempre: moto collaudata (la sua Husky non è la nuova KTM), disciplina di Aldon Baker, esperienza. Quale che siano gli ingredienti, Stewart è il migliore in classifica dopo Tomac e questo dice tutto. Stewart è il primo pilota che può approfittare di un infortunio del capoclassifica.
Ma è una classifica che dimostra anche un’altra verità. Adesso che Stewart è allenato e competitivo come mai prima d’ora, in classifica non c’è un “26”. Questo Stewart sta andando fortissimo, ma rimane uno Stewart che non ha ancora vinto un main in 450. Non è un rookie che deve dimostrare quanto può esser veloce. Se questo è il massimo livello di Malcolm, allora non è veloce quanto è riuscito ad esserlo suo fratello James.
Certamente non è veloce quanto Tomac. Eli non è sul viale del tramonto come (ho) scritto e anche lui non è un rookie smanioso di mettersi in mostra. Sta correndo usando esperienza e velocità, batte gli avversari usando tutta la durata della manche, ha un vantaggio in classifica importante. Insomma, nessun motivo per rischiare oltre il dovuto e non lo farà. Si è cucito addosso la Yamaha con calma. Ha rodato bene nelle prime gare dov’era ancora non al 100%, e poi ha saputo vincere quando moto e piste sono diventate più congeniali. Esperienza e capacità. Scusa Tomac
E la stessa parola vale per Anderson. Che nonostante gli errori, non tutti suoi, che sta pagando ha fatto vedere velocità e stato di forma. Anderson è l’unico pilota in questa stagione ad aver mostrato lo stesso livello di Tomac. Fino Daytona poteva recriminare, a una rottura meccanica, a un paio di contatti sfortunati. Adesso gli errori stanno diventando troppi e l’ultima botta è stata tosta. Forte a sufficienza da far temere l’infortunio e da costringerlo alla resa dopo quella che era apparsa una banale scivolata. Anderson ha trovato una moto sicuramente congeniale. Ha fatto dimenticare sia Tomac che il compagno Cianciarulo (fermo dopo l’ennesimo forfait), ha ritrovato una consistenza al vertice che non aveva nelle ultime stagioni. Con tutte le incomprensioni in pista nei contatti con Stewart e Musquin, ha gettato tanti punti. Che sia istinto o razionalità, Anderson non è riuscito in questa stagione a stare lontani dai guai. Tomac sì. Il risultato è scritto leggendo la classifica generale dopo Detroit. Ora ci sono tante gare ancora e la ruota degli incidenti nel Supercross è una ruota che gira sempre.
(Image Supercrosslive)