KRoc, lo Sparring Partner del supercross
di Massimo Bonardi
Di boxe me ne intendo molto poco, anche perché, opinione personalissima e non me ne vogliano gli estimatori, ma nella nobile arte di “arte” ce ne vedo pochissima e nell’obiettivo di annichilire un tuo simile a pugni di “nobiltà” ancora meno; ma tant’è, nel sistema boxe c’è un personaggio veramente curioso, lo si vede in tutti film sul tema, prima o poi appare. E’ quella figura che deve avere necessariamente talento perché diversamente se così non fosse non sarebbe allenante, che sale sul ring per “allenare” il campione – ovvero – prendere una confusione di botte, reagendo….poco. Nella pellicola fondamentalmente ha il suo ruolo, anche importante, non fosse altro che la sua funzione è essere preso a cazzotti dai protagonisti.
Ebbene, cercando un parallelo con il personaggio per inserirlo nel nostro mondo, direi che il supercross ventiventidue, ha trovato il suo “Sparring Partner” in Ken Roczen. Aspettavo con l’ansia e le grandi aspettative del supertifoso la prima pista nello stadio del football, finalmente spazio e velocità, la grande occasione per il ritorno di Kenny dopo le bastonate gratuite degli ultimi appuntamenti…e invece…
Effettivamente la “Triple Crown” è davvero un’asinata all’americana di complessa gestione da parte del pilota, che si trova ad affrontare il doppio delle partenze rispetto ad un evento normale, ma è anche vero che il campionato per il tedesco dell’Honda, presumo sia ben lontano dalle sue aspettative. Ma al di là della posizione in classifica, più di trenta punti dalla testa, venti dal suo compagno di squadra nonostante si sdrai almeno un paio di volte a gara, TREDICI DIETRO MALCOM STEWART (francamente non si può vedere…), quello che fa dannare chi tiene per lui è che velocità e classe sembrano immutate, ma vengono annullate da un’arrendevolezza e un’apparente incapacità di reagire, che poco hanno a che vedere con la specialità del supercross. Se non fosse per la ormai proverbiale e conclamata titubanza nel confronto diretto (nel 2021 imbarazzante soprattutto in occasione dei duelli diretti con Webb) le due bastonate consecutive prese da Anderson, avrebbero portato penso chiunque a scendere in pista con una discreta carogna sulle spalle e invece no.
Anche a Glendale e mi vien da dire soprattutto nel Main Event 1, il pilota Honda è stato agevole “sponda”e niente di più per i primi quattro, mentre nelle successive due finali, ha corso due gare assolutamente anonime seppur tra i comprimari, ma più per cadute altrui che per qualità sue. C’è da dire che almeno questa volta, non ha trovato nessuno che l’ha buttato in terra, quindi qualche cerotto se l’è risparmiato. Dispiace dirlo, forse è anche prematuro sostenerlo, ma anche questo giro di SX per Roczen lo si può definire andato e forse non solo. Il motocross americano sarà anche in crisi di talenti, in termini di velocità pura, ma ciò che è innegabile, è che dieci mesi all’anno di attività continua finirebbero per sfinire e svuotare qualsiasi campione. Lo si è visto con Villopoto, ancor di più con Dungey. Probabilmente, il tutto amplificato dai suoi gravissimi infortuni, anche per il tedesco è arrivato il momento delle riflessioni considerando pure che in casa Honda, con un Sexton così e magari un Hunter Lawrence in arrivo la questione di una prima guida che non porta a casa risultati si fa davvero spinosa.
Ovviamente chi scrive, per il rispetto e la stima del campione , spera solo di essere smentito.
(Image HRC)
