Varese piange la scomparsa di Gianfranco Castiglioni
di Martino Bianchi
Il pezzo di oggi lo avrei dedicato a Claudio Castiglioni perché novembre mi ricorda il suo compleanno (il 22 ne avrebbe compiuti 74) e i momenti frenetici dei pre saloni di Milano, dove all’ultimo momento nascevano modelli destinati a diventare delle vere e proprie icone del motociclismo mondiale. Stand del Gruppo Cagiva spettacolari che nascevano e si formavano nella mente di Claudio nell’avvicinasi all’apertura del salone e che si modificavano strada facendo. Ricordo una volta quando a stand completato la domenica sera a due giorni dall’apertura decise di girarlo completamente. La “sua” Cagiva non era esposta verso il flusso di maggior affluenza del pubblico e così fece lavorare l’agenzia tutta la notte per cambiare completamente la disposizione delle moto e delle insegne.
Ma il flashback oggi è dedicato al fratello Gianfranco, scomparso mercoledì 10 novembre all’età di 80 anni dopo una lunga malattia. E subito ho pensato.: Chissà che casino lassu’. Claudio e Gianfranco ancora insieme. Giovanni figlio di Claudio che come il padre aveva chiuso da tempo i rapporti con lo zio a un mio messaggio di condoglianze mi ha risposto: “che personaggio che era mio zio. Sono sicuro che starà facendo su anche San Pietro….” Si Gianfranco era davvero un personaggio un po’ matto, carismatico, con quella espressione alla Carmelo Bene che non si capiva mai a cosa pensasse. Nei miei 15 anni nel Gruppo Cagiva l’ho vissuto molto meno rispetto a Claudio con cui ero in stretto rapporto quasi quotidiano. Prima ancora di entrare in Cagiva nel ‘92 come pr, ebbi l’occasione di vivere due episodi di Gianfranco che mi lasciarono un po’ allibito. Un giorno credo fosse l’84, mentre ritiravo una Cagiva WMX per le prove, verso sera mi ero fermato a parlare con l’Ing Witteveen. Esco sul piazzale di Schiranna , un parcheggio spettacolare con vista sul lago di Varese, con la moto per caricarla sul furgone di Motocross, quando sento tre spari che mi fanno saltare e mi abbasso coprendomi dietro al mezzo. Era già buio, scorgo dal primo piano proprio Gianfranco che dal suo ufficio puntava a qualcosa di infinito verso il lago. Chiuse la finestra e rientrò. Un’altra volta senza neanche conoscermi, e sempre sul piazzale , era l’86 ed ero in Cagiva per un’intervista a Claudio, mi fermò e mi chiese di provare un Ducati 350 Paso. Io che capivo poco di moto da strada, e senza casco tentennai all’offerta. Ma lui insistette. Dovetti provarla per forza, così senza casco. Non rimasi impressionato nel breve test, ma feci buon viso a cattivo gioco e gli dissi che era piacevole da guidare. Gianfranco si rivolse a Claudio che era li di fianco divertito dalla situazione e gli disse “ vedi che è una buona moto”! Poi credo nel ‘94 , ed era già qualche anno che ero in Cagiva, ero in ufficio da Claudio. Entrò Gianfranco e dopo avergli chiesto alcune cose veloci, si girò verso di me e chiese al fratello in dialetto (tra di loro si parlavano sempre in dialetto varesino): ma te ghe ciapà ti ches chi? (ma l’hai preso tu questo qui?) , Claudio si mise a ridere, annui e Gianfranco ci lasciò. Poi i due fratelli litigarono proprio sulla Ducati. Era il 95/96 Claudio voleva venderla e Gianfranco che sentiva il marchio bolognese molto “suo”, no. E si divisero le competenze. A Claudio tutto il comparto moto, con Cagiva, Husqvarna, Morini e il marchio MV Agusta. A Gianfranco tutto il resto…minuterie metalliche, fonderie, alberghi ecc ecc.
Gianfranco lo ricordo per la sua grande generosità e bontà. A volte mi chiamava nel suo ufficio nella ex aermacchi in San Vito Silvestro a Varese, per regali da fare ai vari oratori o per premi da mettere in palio alle lotterie. Poi ebbi il piacere di viverlo in una delle sue grandi passioni il basket. La sua Pallacanestro Varese che lo vide come presidente e sponsor dal 2000 al 2007. Mi chiamava per far avere le tessere a chi lo desiderasse, avrebbe voluto che tutta la Cagiva andasse a tifare per i biancorossi a Masnago . Lui era sempre in prima fila alle partite, in parterre dietro al canestro degli ospiti, all’entrata del palazzetto, attorniato dai suoi amici e seguaci.
Cuore, passione ed orgoglio come scrive la Pallacanestro Varese nell’addio al suo presidente. Tre parole che descrivono perfettamente Gianfranco. Insieme a Claudio un pezzo fondamentale dell’industria motociclistica italiana…… e non solo.