Inside Maggiora Euro Vintage Motocross Cup
Maggiora…anzi no, la prendo più da lontano. Qualsiasi appassionato di motori ha dei luoghi “sacri”. Circuiti epici che restano nella memoria per avere segnato pagine di storia o di gloria, i quali nomi hanno un riscontro immediato, inequivocabile. Se parliamo di asfalto, provate a dire Spa, o Nurburgring (quello vecchio…infinito). Motocross? All’estero un Matterley Basin, Ernèe, Loket di quelli ancora in esercizio.
E in Italia?
Il motocross conta – tantissime – piste bellissime, non me ne voglia male alcuno, ma da appassionati, quando sentite nominare o vedete i vostri beniamini correrci, la prima cosa che vi viene in mente non è “accidenti, cosa darei per metterci le ruote dentro”?. Ecco, arriviamo al dunque. Maggiora. Per quelli come me – ricordate? Pilota 6.0 – è quel posto che ogni volta che ci andiamo, come in una macchina del tempo, ci investe con i colori, i suoni, i rumori di quel Nazioni ’86. Ne abbiamo plastificato i biglietti, raccontato le storie ai più giovani – di quell’americano biondo col 125 che aveva fatto impazzire il campione del mondo della 500 – delle migliaia di persone a riempire le colline del Mottaccio del Balmone, degli eroi nazionali e della loro fantastica prestazione.
Insomma, ogni volta, è come infilare gli occhi in un caleidoscopio di emozioni vivissime. E sempre, tornando a casa da quel posto, dove grazie a Motocross, non ho perso ne mondiali ne il redivivo Nazioni dalla riapertura, dopo chilometri a piedi su e giù da quei saliscendi, salendo sulla macchina, quella vocina che arriva “accidenti cosa darei per metterci le ruote dentro…su quel mito di pista”. Ebbene l’occasione è arrivata e non me la sono certo lasciata sfuggire. La prima di campionato Italiano Epoca, che poi si è trasformata in Euro Vintage Motocross Cup, è in calendario a Maggiora; l’iscrizione parte in automatico, c’è una KTM 495 ’81 che in garage mi guarda e aspetta solo il suo momento di gloria.
Mi iscrivo il 18 di marzo e quel mese mi sembra infinito, ma alla fine si parte. Si parte e si arriva venerdì nel tardo pomeriggio, perché si parla di una marea di iscritti ( e non ci si sbaglierà di molto), si entra ai box di maggiora….DA PILOTI !! E già lì sono badilate di emozioni. Si passa in segreteria, si perfeziona l’iscrizione, si mostra la licenza e si ritira il transponder. Si torna ai box con l’agitazione di un sedicenne alla prima del regionale cadetti. Già, i box. Niente megacamper, niente Hospitality faraoniche. Furgoni datati, piccoli camper, addirittura qualche canadese a sfidare i rigori di una notte neanche poi tanto primaverile.
Fuori, sotto le tende, pezzi di storia a motore del motocross degli ultimi 50 anni, che saranno ancora in grado di affrontare una pista “formato mondiale”, senza sconti, senza salti addolciti, al loro ritmo, ma ancora capaci di regalare soddisfazioni. Intorno si tocca la passione, manate di passione profuse in abbondanza, distribuite con l’ampio gesto del contadino, odori di braci accese e oli da condimento che si mischiano a zaffate di lubrificanti da miscela per le ultime carburazioni; addirittura nell’aria, l’aroma inconfondibile del Castrol R30…e quasi ci scappa la lacrima
La sera passo sotto il “muro” in discesa, è praticamente l’unico punto della pista illuminato che sta lì, a simbolo (e monito) della pista di Maggiora….e ti scappa un MAH!?…Giù di lì, con una moto di quarant’anni??. Fa niente, si va a dormire.
E’ mattino e si comincia; il programma è di quelli seri. Sabato libere e cronometrate, domenica due manche. Poco meno di 300 piloti presenti con qualche personaggio illustre dell’ambiente e non, ma mi conoscete, non mi piace farne i nomi perché quelli che c’erano, di essere famosi, lo sanno già. Nove categorie, tutto perfettamente organizzato dal promoter FX Action, con una gestione dei tempi della manifestazione che nemmeno il più preciso degli orologiai svizzeri avrebbe saputo far meglio. Tutto va per il meglio, quasi nessuno in infermeria, anche il meteo alla fine ci grazia, spaventandoci giusto con un paio di gocce.
Tracciato preparato alla perfezione….e sei lì….che finalmente CI HAI MESSO LE RUOTE DENTRO, ma soprattutto, SEI UN PILOTA che partito da dietro il cancelletto, sta correndo A MAGGIORA….fantastico!! Come dite? Le classifiche? Certo, c’erano anche quelle e sul podio ci sono andati i migliori, ma credetemi, dovevate vedere anche le facce di chi è arrivato ultimo. Hanno vinto tutti !!
Un aneddoto personale che spero vi dia un’idea di ciò che dico. Ultimi tre giri di gara uno. Vedo il mio vicino di box, simpaticissimo toscano con una Yamaha 465. In un impeto di agonismo residuo lo prendo e lo passo, ma non ne ho davvero più. All’ultimo giro è la sua volta e mi ripassa. Ai box scende dalla moto mi viene incontro e mi fa “Grazie, sono felicissimo, erano trent’anni che non passavo uno all’ultimo giro” – “Ok, gli dico, ma la prossima manche mi rendi il favore”. Neanche a farlo apposta in gara due lo ritrovo sulla mia strada e con gesto cavalleresco mi cede il passo. Fra me e me mi son detto, “ caspita, adesso rifà come prima”. Invece no, questa volta aveva finito “la benzina” prima di me. Cose d’altri tempi…
Manche che finivano troppo in fretta, ma che ti chiedevi “quando finisce” perché non ce la facevi proprio più a tirare quelle frizioni granitiche e quei freni a tamburo – praticamente inutili – con la domanda spontanea….ma come cavolo facevo a fermarla quando avevo diciott’anni???
E alla fine è andata…grazie al cielo senza problemi, solo bella fatica gran divertimento, emozioni e ricordi che nulla sarà in grado di cancellare e la certezza, che in quel personalissimo elenco di obiettivi che ognuno di noi porta dentro di se, alla voce “CORRERE UNA GARA DI MOTOCROSS A MAGGIORA” ci si può mettere la X…E’ FATTA !!
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